Partecipazione come sviluppo

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Nella seconda premessa a Istinto di morte e conoscenza di Massimo Fagioli si legge:
La conoscenza, ovvero il sapere è evidentemente rapporto. La conoscenza, ovvero il rapporto è creazione. Fare di ciò che è ciò che non è, di ciò che non è ciò che è. E’ prassi, è trasformazione.
Questo significa che è attraverso il rapporto che l’essere umano scopre se stesso e gli altri e già da appena nato ha certezza-speranza che esista un altro essere umano a cui rapportarsi.
E’ dunque fondamentale lo scambio tra diversi per lo sviluppo dell’umanità, come è successo a livello internazionale tra gli scienziati per trovare il vaccino contro il Covid o da noi per realizzare la Costituzione, promulgata da un multiforme consesso di politici diversi ma accomunati dalla voglia di ascolto e di collaborazione con gli altri.
Non c’è sviluppo dell’essere umano senza il dialogo in particolare con i diversi da sé per sesso, cultura, lingua ed esperienze. Pensiamo a quei popoli in cui un dittatore vieta la libera circolazione delle idee e la partecipazione alla vita pubblica: è una minaccia al progresso dell’intera umanità!
Gli scogli da superare in un percorso umano ideale sono il razzismo becero, che blocca i rapporti alla povertà del consueto e del tradizionale ed il potere economico che distorce le preferenze verso la competizione (più grande, più potente, ecc.) invece che verso la qualità e la bellezza.
Massimo Fagioli nei primi anni ’60 aveva cominciato a frequentare a Milano gruppi di psichiatri che finalmente facevano uscire l’Italia dal Medioevo (disse lui), poi con la Comunità di Roma ricominciò il lavoro che aveva lasciato a Kreuzlingen e seppure i primi libri li scrisse da solo, con l’analisi collettiva ci fu sempre quel meraviglioso rapporto critico, che arricchì oltre ogni limite la vita di tutti!