Democrazia in stallo

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La politica internazionale attualmente appare priva di quei principi ideali finora perseguiti come la libertà e l’uguaglianza, delineati 230 anni fa con la rivoluzione francese. Paesi potenti come Cina e Russia hanno un partito unico ed un solo uomo alla guida di folte popolazioni multietniche. Negli Stati Uniti un Presidente, eletto forse grazie alle sue fortune economiche, incarna principi poco etici e rimane indifferente alle conseguenze prodotte dalle sue azioni (come il ritiro dal trattato di Parigi sul cambiamento climatico o da quello che obbligava l’Iran al disimpegno nucleare). Il processo di crescita civile si è attenuato, a volte tornando indietro per i nostalgici del “si stava meglio quando si stava peggio”, anche se molti grandi personaggi della storia (da Roosevelt a Gandhi a Mandela, ecc.) ci hanno mostrato nuovi principi o idee promotrici di progresso.
Le rivolte di masse sempre più numerose nelle mille piazze internazionali come Hong Kong o Parigi con i “Gilet gialli”, in Libano o in Iran o ancora in diversi paesi dell’America Latina dimostrano quanto soprattutto i giovani, ma non solo, ritengano illegittimi quei governi che negano loro un futuro più umano e partecipativo, per il quale sono pronti a tutto.
Spesso la violenza si impadronisce delle piazze, creando momenti di terrore oltre che drammi orribili. Ma è la stessa violenza la fonte di quelle manifestazioni, che quasi sempre iniziano con marce festose e pacifiche che prendono forza dall’essere in tanti a disubbidire. Essere in tanti significa avere ragione, essere nel giusto, acquisire la coscienza e la rappresentanza di quel popolo oppresso.
Dall’altra parte della barricata liberismo e privatizzazioni impoveriscono sempre più economie e relazioni sociali con la cinica spinta alla competizione e all’individualismo. Forse anche noi avremmo meglio superato le ultime crisi finanziarie e migratorie con progetti innovativi e solidali, con cui creare lavoro, competenze e democrazia. Ma è impossibile tornare ad un servizio pubblico e gratuito senza ricorrere all’aiuto di Stato, vietato all’interno dell’Unione europea.
Forse dovremmo studiare, come avviene per le procedure informatiche, un aggiornamento di hardware e software del potere, che ci permetta di realizzarci grazie alla cultura, all’arte e alla bellezza. Che ci permetta soprattutto di progredire ancora nella civiltà, perché c’è ancora tanta strada da fare!