Il nuovo corso della politica

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Recentemente sono stata all’incontro organizzato da Left dal titolo “No alla secessione dei ricchi”, con la partecipazione di interessanti relatori del mondo della sinistra, oltre ad alcuni validi redattori del giornale.
L’età media nella sala era diversamente “giovane” e molti dei relatori hanno raccomandato di sollecitare amici e conoscenti ed in particolare i giovani, sul pericolo delle autonomie differenziate e sulla materia del ‘decreto sicurezza bis’.
Devo dire che è sempre più difficile trovare dei ragazzi all’interno di manifestazioni organizzate da noi dimostranti più attempati. Forse dobbiamo ringraziare l’adolescente Greta, che ha smosso la sensibilità politica europea, se mi sono trovata in questo ultimo anno ad incontrare diversi gruppi di giovani molto impegnati. Sono quelli che rispondono agli appelli del Baobab o della Rete “Restiamo umani”, che contro i decreti Salvini hanno organizzato diversi presidi in piazza dell’Esquilino o a Montecitorio.
Sono movimenti particolari, molto aperti ed egualitari. Spesso nascono nelle università. Non c’è un leader, chi ha delle competenze specifiche le mette a disposizione di tutti con solerzia. Insomma tutto nasce dal basso, attraverso una mailing list, mentre nelle piazze un microfono è a disposizione per dare a tutti la possibilità di raccontarsi o di offrire spunti utili al progresso delle politiche del terzo settore.
Ebbene non mi sembra che possiamo insegnare molto a queste persone che, pure giovani, non discriminano se ad intervenire è uno straniero, un signore attempato, un senza-dimora o una pensionata del quartiere. Hanno metodi e comportamenti da prendere a modello come una capacità di reazione veloce ed efficace, la conoscenza dei loro diritti e di quelli degli stranieri e comunque sono assolutamente permeabili alle informazioni provenienti da fonti attendibili di esperti in diversi campi.
Insomma, sono orgogliosa di averli conosciuti!