L’economia al tempo del Covid19

Square

(Inviata a Left il 18 aprile 2020)

E’ noto che l’Italia ha un debito pubblico così alto da primeggiare tra i Paesi europei e non solo. Per fortuna le nostre esportazioni sono floride (almeno lo erano prima della pandemia) anche se in carico a imprese private, ininfluenti quindi sul debito del Paese! Anche gli investimenti vanno alle imprese private che, se vanno bene gli affari è tutto profitto loro, altrimenti si chiede aiuto allo Stato con il ricatto dei lavoratori in esubero o in via di licenziamento.
Forse non era giusto neanche prima quando la gran parte della nostra manifattura era pubblica sotto l’IRI, però allora non c’erano le grandi diseguaglianze di oggi e la differenza tra gli emolumenti del capitano di industria ed il suo operaio non superava il 100 %. Ma la cosa più importante era che il plusvalore veniva reinvestito nell’impresa, non era solo profitto personale!
Oggi molte cose sono cambiate ed in primo luogo è cambiato il lavoro. La comunità che si rivolgeva al negozio di alimentari o al mercato rionale oggi va scomparendo, non esiste più il ciabattino a cui far riparare le suole delle scarpe. Oggi le scarpe vecchie si buttano, come si butta la maglia o la giacchetta che si è fatta un po’ lisa; tanto si può trovare un capo simile dal cinese all’angolo ad un prezzo una volta assolutamente impensabile.
E’ incredibile quanto possano costare poco le merci confezionate nei Balcani o provenienti dalla Cina. Ma anche sul territorio italiano ci arrivano alimenti dalle campagne ad un prezzo irrisorio, grazie alla vita misera dei lavoratori al nero, che vivono nascosti in villaggi di baracche precarie e senza servizi. L’importante è che non si vedano queste realtà tristi e indecorose!
Vogliamo parlare del welfare? Quel poco che è rimasto ancora da privatizzare nella sanità, nella scuola, nei servizi … Lo vediamo ora con la pandemia da Coronavirus quanto possa essere intollerabile non poter contare su quei servizi universali e gratuiti, perché diritti irrinunciabili di ogni cittadino … E’ diventato tutto merce per chi può permettersela e se qualcuno non può competere per averla è solo colpa sua!
Spero solo che una volta usciti da questa pestilenza potremo ricostruire il mondo secondo le reali necessità delle persone. Abbiamo visto quanto la competizione a tutti i costi produca solo morte. E’ bellissimo invece trovare scienziati in tutto il mondo che condividono le ricerche e le scoperte sul virus, per arrivare più velocemente ad un vaccino efficace per tutti. E’ stato emozionante vedere Paesi diversi che hanno messo a nostra disposizione tecnologia e medici per salvare vite umane!
Ora manca solo che la Comunità europea decida soluzioni concordate e solidali, che funzionino per tutti i popoli da essa rappresentati ed allora potremo dire che siamo sulla buona strada per poterci riprendere la qualifica di esseri umani.
Franca Nardi