Sarebbe interessante fare un’analisi psichiatrica a Putin che, ultimo dittatore russo, si è trovato al centro di varie occupazioni armate. Ma finché si è trattato di territori poco interessanti per risorse ed armamenti, come la Cecenia, ha potuto procedere a distruzioni e accaparramenti.
Successivamente si è trovato invece solidale e proattivo con Assad, il presidente della Siria che ha mantenuto il potere reprimendo militarmente ogni dissenso, fino alla guerra civile vera e propria, perseguendo la tattica chiamata starve-or-submit (“morite di fame o arrendetevi”).
Mediante un patto di alleanza con il governo siriano, il presidente Putin ha lanciato nel 2015 una campagna aerea che si è rivelata cruciale nel trasformare le sorti della guerra a favore del governo, anche se diverse organizzazioni umanitarie sostengono che gli attacchi hanno avuto come obiettivo oltre ai ribelli anche i civili.
Non è dunque la prima volta in Ucraina che Putin mostra i muscoli per devastare città e villaggi. Bisognerebbe capire perché, cosa cerca di ottenere da una veste tanto violenta quanto primordiale! Ora poi che si è trovato tutto l’Occidente contrario ed allarmato, cosa potrà fare se finora ha rifiutato tutte le uscite diplomatiche offerte?
Si dice che anche Stalin era instabile psichicamente e tutte le volte che qualche medico gli ha offerto le sue competenze ha avuto in risposta morte per sé e famiglia.
Partendo dallo Zar fino ad oggi la democrazia in Russia non ha avuto grande riuscita!
Una diagnosi psichiatrica per Putin
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