La ricerca comincia alla nascita sui movimenti umani, le sensazioni, il piacere o il dolore che si prova insieme al freddo o al caldo intorno al neonato. Anche la visione sempre più a fuoco sulle proprie e altrui attività provoca nel bambino la voglia di partecipare al gioco della vita, imitando il sorriso dell’adulto o il gesto della mano che fa “ciao”!
La ricerca ci accompagna nella crescita quando va compresa l’intenzione del genitore o dell’insegnante nascosta nel tono della voce o quella dell’amico che ci chiama per giocare. Poi ci sarà la ricerca sulle diversità dell’altro sesso che, pur sorprendendoci sempre, ci faranno vedere altre facce della realtà, utili alla conoscenza del mondo ed alla sua evoluzione.
Massimo Fagioli ci ha mostrato quanto la ricerca personale e collettiva sia un potenziale illimitato allo sviluppo dell’identità, grazie all’indagine sulla realtà umana e alle sue capacità di relazione, che permettono la gioia dell’incontro anche nei diversi ambiti culturali e artistici.
Non smetteremo mai di fare ricerca, perché nonostante le difficoltà della vita, troveremo sempre il modo di soddisfare il desiderio di comprendere il mondo.