Una realtà naturale comunitaria sicuramente esisteva prima dell’avvento della logica commerciale e competitiva del capitalismo. Senza contendenti su uno stesso territorio era necessaria la condivisione e l’assistenza reciproca! La creatività naturale degli uomini e delle donne rendeva produttivo il suolo ed avviava le attività di scambio.
Il progresso successivo ha permesso prosperità e benessere collettivo. Fino a quando è intervenuto lo straniero, il diverso, colui che da “sconosciuto” ben presto è diventato “il nemico”. A quel punto difendersi è diventato attaccare, per proteggere le proprie risorse-ricchezze. Non esiste più l’aggettivo “nostro” ma solo “il mio”, che fa la differenza tra eguali!
Urge tornare a quella prima civiltà utopistica e ideale in cui non prevalga la diffidenza nei confronti altrui. Inoltre una eguaglianza tra diversi cooperanti permette le migliori soluzioni ai problemi per il benessere di tutti. Tra le migliori qualità umane la socialità, emergente dalla nascita, costruisce e amalgama nel rapporto le nostre esperienze. E’ nel rapporto che si producono sentimenti e passioni, esperienze e lotte, il linguaggio e la memoria.
Secondo Massimo Fagioli: “La conoscenza, ovvero il sapere è evidentemente rapporto. La conoscenza, ovvero il rapporto è creazione. Fare di ciò che è ciò che non è, di ciò che non è ciò che è. E’ prassi, è trasformazione.” (Da Istinto di morte e conoscenza II Premessa).
La realtà naturale umana
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