(24/07/2020)
Per far uscire dalla povertà bambini e ragazzi delle classi povere ancora una volta si punta sui soldi, circa 250 euro a figlio fino ai 21 anni. Come l’offerta dei voucher per le baby sitter o gli 80 euro di Renzi, la soluzione è nella elargizione di soldi da spendere. E’ il consumismo, secondo i nostri esperti, che manda avanti l’economia del Paese. Ma in un momento di disagio come questo chi può permetterselo si tiene i soldi in cassaforte, gli altri vivono alla giornata, in un contino precariato.
Penso invece che sono i servizi pubblici a contrastare le difficoltà economiche, senza bisogno di liquidità da dilapidare. Se i bambini potessero usufruire di una scuola pubblica efficiente, una mensa, dei centri estivi e sportivi gratuiti, si potrebbero evitare spese private per la sussistenza. Purtroppo si continuano a sfornare “grandi opere” per drenare soldi da restituire alle “grandi imprese” mentre la maggior parte delle scuole risalenti alla prima metà del secolo scorso vengono abbandonate al degrado. Parchi e giardini senza manutenzione non permettono benessere e socialità alle persone in città, che restano soffocate da cemento ed asfalto.
Possibile restare sempre ostili ad investimenti ecosostenibili e solidali?